Trascrivo una “poesia” di una signora che seguo nel faticoso cammino di liberazione. Una vita all’insegna dell’abbandono e della trasgressione, ma anche della ricerca di un ego nascosto, di un equilibrio, di un amore impossibile. Il pezzo si chiama “Nel bosco”.
Conosco un tipo che si faceva le pere
e lo faceva dando via il sedere
sparava al cinghiale, diceva a suo padre
guardate quell’uomo
mangia come un maiale.
Conosco una ragazza, la Rosella
dicevano che era pazza
ma lei se ne infischiava di tutta
quella gente che non ha capito
proprio un accidente.
Accidente che ti venga, ma di
ritorno, a quello che hai
augurato tu quel giorno.
Conosco bene il bene, conosco bene il male
l’ho visto lì nel bosco
c’ho visto un tipo losco, che mi
giurava amore,amore amore eterno,
ma ho guardato in basso
e c’ho visto l’inferno,
amore amore un corno
poichè chiedeva sempre
quanti ne hai scopato intorno.
Intorno, una trentina,
forse eran quaranta
quaranti cazzi armati del loro nudo sperma
della demenza
Sarà per questo che non riesco
a stare senza
senza l’essenza mia preferita
che tutto il giorno rollo con le dita.
Si chiama hashish e suoi affini
in culo a Fini e a tutto il sistema
che ti vorrebbe come
un cane alla catena
a dire sempre sì
ad obbedire a chi
con i nostri soldi
le vecchie mille lire
si vuol comprar non solo
corpi snelli
ma anche cervelli.
Ma i nostri non li avrete
perchè son veramente,
veramente troppo belli.