La storia di Savona è legata al carbone. Poco meno di 100 anni fa maestranze e ingegneri ( diversi solo per cultura e retribuzione non per ingegno) avevano messo in atto una impresa incredibile.
Trasportare il carbone, che arrivava al porto con le Carbonine, all’Italiana Coke di Bragno, mediante funivia. Vagonetti contenenti 1000 kg di carbone viaggiavano su due linee per entrambi i sensi di marcia, dal mare ai monti e ritorno. Geniale e innovativo, con impatto ambientale e inquinamento terrificante. Queste tonnellate di carbone non coperte si vedevano avanzare lente e traballanti mentre distribuivano parte del contenuto sulla città e sulla campagna. Edifici anneriti, prati grigi, alberi rinsecchiti erano la norma. Nessuno- raccontano i vecchi- ci faceva caso, tutti erano orgogliosi di questo strumento. E quando il carico arrivava a destinazione veniva scaricato in autentici “parchi carbone”.
Quella della dispersione di polveri di carbone è stata sempre una problematica sottovalutata da molti, ma il cui peso ambientale non è trascurabile. Oltre a sostanze radioattive come polonio e piombo 210, le polveri di carbone sono composte soprattutto da arsenico, nickel, berillio e mercurio.
Qualche volte le scuole portavano gli alunni a vedere i vagonetti e le stazioni intermedie. Intanto le case costruite sotto quegli impianti dovevano usare detersivi speciali per lavare lenzuola e biancheria, ma il nero delle polveri persisteva. Erano altri tempi, nessuno correlava gli effetti del carbone con la malattia.
Oggi i vagonetti sono un ricordo. Non funzionano più. Sono parte di una società che sembra non sia mai esistita e invece esiste eccome, e si ricicla. Da 40 anni la centrale termoelettrica a carbone inquina come e più della vecchia funivia.. Bene, allora si elimina. No, si potenzia!
E’ una centrale, che spande fumo e polveri sopra la città per un raggio di decine di km. Paradosso dei paradossi. Sotto la centrale esiste una struttura per anziani e disabili di 270 unità. Si presuppone che l’aria respirata dagli ospiti sia pressapoco questa: 
Non si poteva scegliere una locazione migliore.
La centrale da 40 anni brucia fino a 5000 tonnellate di carbone al giorno. Ora verrà aggiunta una nuova unità da 460 MW e il consumo di carbone raddoppierà.
La gente ha deciso di dire basta, sventolando gli studi sugli effetti delle centrali a carbone. A diffonderli non sono fanatici, ma gli esperti dell’Ordine dei Medici. I dati annuali sulla mortalità maschile per tumore ai polmoni su 100.000 abitanti parlano di 54 decessi in Italia, 97 a Savona e 112 a Vado Ligure.Non esistono studi significativi che dimostrino il rapporto tra le morti per tumore, ictus, infarti e la centrale. Ci voleva la Procura, guidata da Francantonio Granero, che ha incaricato esperti e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo (a carico di ignoti).
Anche la Diocesi si schiera contro la centrale di Vado. Il Letimbro, il mensile della Diocesi di Savona-Noli si schiera contro l’uso del carbone alla centrale Tirreno-Power di Vado Ligure, dopo il rilascio dell’Aia. Il direttore del giornale diocesano don Angelo Magnano nel suo editoriale sottolinea che ”il carbone per la produzione di energia elettrica certamente non piace, per le nefaste conseguenze – comprovate da studi dell’Unione Europea e di molti autorevoli scienziati – che tale combustibile ha sulla salute dei cittadini”. Secondo Magnano ”la via della metanizzazione dell’impianto di Vado, sostenuta con forza anche dall’Ordine dei Medici, sarebbe stata anche una buona soluzione di compromesso per conciliare salute e lavoro.
Anche Beppe Grillo si scaglia contro la centrale di Vado e contro i politici savonesi del Pd che non hanno preso nessuna posizione. ” 
“Recentemente si è scoperto che la centrale a carbone ‘controllata’ dal tesserato numero 1 del Partito Democratico De Benedetti ha tenuto nascosti per 6 anni alla cittadinanza gli inquietanti dati sull’inquinamento ambientale di Savona, con valori elevatissimi, mai riscontrati in Italia! Chi è il fassissta?
Il PD non ha speso una parola di sdegno sull’occultamento alla cittadinanza da parte di Tirreno Power dei dati di grave inquinamento del territorio. Chi è il fassissta?
Il PD vuole nuovi gruppi a carbone di maggiore potenza, che dureranno per altri 50 anni, nonostante la contrarietà di 18 comuni e della popolazione. Chi è il fassissta?
A Savona ci sono state 2.664 morti premature in più in 16 anni; se in Italia (ogni anno su 100.000 abitanti) muoiono 7 donne per tumore ai polmoni, a Noli ne muoiono ben 36. Più di 5 volte tanto. E il PD non ha mai voluto dare una probabile spiegazione del perché.
Chi è il fassissta?
Ormai non è più tempo di parole. BISOGNA AGIRE