Domani sarà il D-day, il giorno più lungo per i miei figli, per mia moglie. Dopo 17 anni abbandoniamo questa casa. E’ stata venduta. Per me ogni giorno, ormai da mesi, è il giorno più lungo. Ho vissuto in questa casa per 57 anni, oggi volto pagina. Lasciamo il campo base per altra destinazione. Giusta, sbagliata? Non so.
Tommy ha quattro anni e mi chiede se può portare con sè i suoi giochi, e intanto avvolge con 100 metri di adesivo una piccola scatola colma di eroi e alieni. Ogni tanto si ferma a consolare la mamma…” ma tanto questa casa non mi piace più…” e sorride debolmente.
Elena, la maggiore delle figlie non può mai fermarsi a casa per aiutare a fare pacchi: impegni precedentemente assunti la trattengono altrove. Ma poi ci ripensa, rimane ( anche perchè una interrogazione di matematica incombe).
Margherita è serena ( almeno in apparenza), prepara, divide e inscalato centomila cose… davvero centomila. Lei ha il dono di conservare tutto, da vecchissime bambole rotte a peluche del paleolitico, dalle sorprese pasquali ai quaderni di prima elementare. Sta prenotando un TIR solo per il trasporto dei suoi effetti personali.
Giovanna, è molto provata. Ogni giorno vorrebbe tornare indietro, svegliarsi e scoprire che è stato un brutto sogno. Ma poi, come in una catena di montaggio, il nastro corrre e bisogna fare in fretta. Allora le scatole aumentano a vista d’occhio e coprono ormai tutti i passaggi. Proviamo a muoverci arrampicando.
Sto in panchina e osservo questo movimento frenetico che domani finirà. Nuova casa, nuovi vicini, aspettative nuove, nuovi stimoli, nuove sfide.
La vita, nonostante un trasloco, è una cosa meragliosa.